Il mondo delle aste immobiliari in Italia mostra una complessità che merita di essere esplorata con occhio critico e attento, soprattutto alla luce di nuovi dati oggi disponibili.
Un recente studio ha rivelato che, in media, per vendere un immobile all’asta sono necessari circa 2 incanti, un numero che può variare a seconda della tipologia di proprietà e della regione. L’analisi, basata su una ricerca di Immobiliallasta.it, ci da alcuni spunti di riflessione sulle implicazioni di questo sistema per i debitori e i potenziali acquirenti.
L’indagine sulle aste immobiliari in Italia
L’indagine condotta su 18.000 procedure e 31.000 lotti aggiudicati in asta dal 2019 mostra la presenza di una certa variabilità a seconda del tipo di immobile e dell’area geografica. Conventi e convitti necessitano in media di 3,7 aste per trovare un acquirente, mentre abitazioni di classe economica e ville si aggiudicano “già” alla seconda asta. Capiamo quindi come il mercato delle aste per come è organizzato in Italia pone una sfida difficile per chi cerca di recuperare il valore pieno del proprio immobile: non potrà farcela, non se l’immobile viene venduto all’asta. Al secondo incanto la base d’asta è già notevolmente più bassa del valore reale dell’immobile.
Una riflessione sull’attuale sistema delle aste immobiliari
Questi dati dovrebbero portarci a riflettere sul ruolo delle aste immobiliari nel nostro sistema economico/sociale. La conclusione più ovvia e più immediata che tutti traggono è che le aste sono un’opportunità per comprare casa in modo più conveniente, soprattutto quando i mutui presentano condizioni sfavorevoli (sempre ammesso che non ci si ritrovi l’immobile danneggiato a causa di ritorsioni…).
Ma è nostro dovere evidenziare la realtà che si cela dietro il risparmio dell’acquista all’asta.
Lo stesso studio oggetto di questo articolo evidenzia infatti che gli immobili in asta vengono venduti a un prezzo medio di 700 € al metro quadro, meno della metà degli oltre 1.900 € al metro quadro del mercato.
Cosa significa questo?
È semplice: che il mercato delle aste immobiliari ignora completamente la controparte “in debito”, fatta di famiglie che soffrono, che sono piene di debiti e che perdono casa rimanendo con i debiti perché non riescono praticamente mai ad onorarli con il ricavato della vendita.
C’è bisogno di un approccio più giusto, che consideri le conseguenze anche umane dietro ogni procedura esecutiva.
Conclusioni
Mi batto ogni giorno dal 2010 per far conoscere la realtà delle aste immobiliari in Italia.
Vivendo questo mondo dall’interno, mi stupisco ogni volta di quanto sia difficile per gli altri prendere coscienza della sofferenza che una casa all’asta determina per chi ci abita e ha fatto sacrifici per acquistarla.
Se hai bisogno di una casa, non approfittare della sofferenza di un’altra famiglia per spendere meno: comprala dal costruttore o dall’agenzia immobiliare quando avrai risorse sufficienti a farlo. O, se proprio vuoi comprare all’asta, compra gli immobili confiscati alla criminalità oppure disabitati: evita di mandare per strada una famiglia per il tuo tornaconto personale, perché non ti fa onore.
Se invece vuoi investire a fini speculativi con gli immobili all’asta, sono qui a dirti che c’è un modo più sostenibile per farlo: contattami e ti presenterò operazioni di investimento in aste immobiliari che oltre a farti guadagnare restituiscono la casa e la dignità al debitore esecutato. Scrivimi o prenota una videochiamata di 30 minuti con me andando in fondo a questa pagina.
Infine, se la tua casa è caduta nel baratro del sistema esecutivo italiano, voglio che tu sappia che forse c’è ancora una speranza per salvarla. Contattami o prenota una videochiamata usando la sezione qui sotto: la videochiamata è gratuita e non dovrai acquistare nulla: valuteremo se hai opzioni a disposizione per recuperarla e a quali condiozioni.
Come sempre spero tu abbia apprezzato questo contenuto.
Ti saluto e ti auguro buona vita,
Nicola Compagnone